Uomo politico italiano. Già esponente del movimento giovanile
repubblicano, è passato in seguito nelle file del PSI. Legatosi
politicamente negli anni Sessanta a Bettino Craxi, allora luogotenente di Pietro
Nenni, ne ha seguito l'ascesa a segretario del partito. Nominato responsabile
del settore Cultura e Informazione ed eletto deputato, nel 1982 è stato
poi nominato vicesegretario del PSI. Resosi protagonista di accese polemiche con
il PCI, ha rivendicato quindi uno spazio maggiore per il suo partito tra lo
stesso PCI e la DC. Nel 1984, a seguito del congresso del PSI tenutosi a Verona,
è stato nominato vicesegretario unico, rafforzando ulteriormente la sua
posizione di "braccio destro" di Craxi. Nel 1989, sotto il Governo Andreotti,
è stato nominato vicepresidente del Consiglio dei ministri. Tra le
iniziative durante il suo mandato, si deve ricordare la legge che regola
l'ingresso e il soggiorno dei cittadini extracomunitari in Italia (L. 39 del 28
febbraio 1990, nota come
legge M.). Nel 1991, al settimo Governo
Andreotti, è stato confermato alla vicepresidenza del Consiglio, per
diventare poi, nel corso della legislatura, ministro di Grazia e Giustizia,
subentrando al dimissionario Vassalli. Riconfermato in tale dicastero nel
successivo Governo Amato (1992), nel febbraio 1993 si è dimesso dalla
carica e dal suo partito, in seguito a un avviso di garanzia inviatogli dalla
magistratura milanese per concorso in bancarotta fraudolenta. Nel 1996 dopo
essere stato condannato al processo Enimont, ha annunciato il suo ritiro dalla
politica, ma si è ricandidato alle elezioni europee del 1999 e alle
politiche del 2001 aderendo ai Socialisti democratici. Fa parte del gruppo
misto al Parlamento europeo (n. Gessate, Milano 1943).